Dall’inizio del 2011, l’industria della vivisezione è diventata sempre più preoccupata dell’impatto delle campagne contro le aziende che forniscono e trasportano animali dagli allevamenti ai laboratori. L’impatto dell’opinione pubblica e delle campagne di pressione ha cominciato a farsi sentire, e diverse compagnie aeree, trasportatori a terra, aeroporti e compagnie di traghetti si sono rifiutate di rimanere complici delle torture inflitte agli animali nei laboratori di vivisezione.
Quella che in un primo momento rappresentava una semplice preoccupazione ora sta raggiungendo livelli di isteria, visto che chi è implicato nella ricerca su animali si sta rendendo conto che gli/le attivist* per la liberazione animale finalmente hanno identificato una strategia efficace per mettere i bastoni tra le ruote all’industria della vivisezione a livello globale.
Le citazioni riportate di seguito danno un’idea più precisa di quello che l’industria pensa delle campagne che prendono di mira questo ingranaggio fondamentale del sistema vivisezione.
“E’ giunta l’ora che la comunità scientifica chieda al governo di fornirle i fondi e la supervisione neccessaria per assicurare un trasporto di animali per la ricerca umano e sicuro. Senza questa assistenza, diventerà sempre più difficile fornire animali ai laboratori dove vengono svolte ricerche vitali, e mantenere le varietà genetiche necessarie presenti nelle colonie di riproduzione.”
Fonte: Alice Ra’anan e Prof Bill Yates, sul sito pro-vivisezione Speaking of research, gennaio 2014.
“A livello mondiale, un impresa per i diritti animali ben organizzata sta tentando di far crollare il trasporto e l’allevamento di animali per la ricerca.”
Fonte: Paul McKellips, Foundation for Biomedical Research, Washington DC – Mentre parlava al 33esimo meeting annuale dell’American College of Toxicology, Novembre 2012.
“Ci sono numerosi esempi si trasportatori che hanno preso la decisione aziendale di cessare il trasporto di animali da laboratorio, fondamentalmente soppesando dei guadagni modesti con dei grossi fastidi.”
Fonte: “No cargo, no cure: how animal rights activists are crippling the animal tran sport and effecting human health”, sessione della conferenza nazionale dell’American Association for Laboratory Animal Science, novembre 2012.
“Quando hanno bisogno di un modello animale specifico per porre una domanda critica, hanno bisogno di quel modello animale. Potrebbe trovarsi dall’altra parte della strada o dall’altra parte del mondo. Ci stiamo muovendo verso una scienza globale.”
Fonte: “Lab animal flights squeezed” – rivista Nature, settembre 2012.
“Se i singoli scienziati aspetteranno fino a quando verranno colpiti personalmente, fino al giorno in cui quel topo allevato con cura a Shanghai o Singapore o Stoccolma non potrà arrivare né per amore né per denaro a San Francisco, sarà troppo tardi per mettere in piedi la vigorosa campagna pubblica in difesa della ricerca su animali di cui abbiamo assolutamente bisogno in questo momento.”
Fonte: “Return to sender” – editoriale della rivista Nature, settembre 2012.
“Lentamente, ma in modo efficace, le compagnie di trasporto commerciale sono state sconfitte… ed una dopo l’altra, hanno cessato il trasporto di animali per la ricerca. Sta diventando sempre più difficile rifornirsi di animali da oltreoceano e trasferire ceppi diversi da un laboratorio all’altro… il costo del trasporto è aumentato considerevolmente e i costi più elevati della ricerca hanno provocato una diminuzione della ricerca medica.”
Fonte: rivista “Lab Animal Europe”, maggio 2012.
“Un esempio di un caso in cui il movimento per i diritti animali ha causato dei problemi ai ricercatori medici si è verificato recentemente con la campagna di boicottaggio che ha portato una compagnia aerea statunitense a smettere di trasportare topi da laboratorio. Se il trasporto per via aerea di questi animali (in modo specifico i topi) diventasse più esteso, questo avrebbe un effetto significativo sulla ricerca visto che spesso gli scienziati desiderano usare i topi di qualche colonia di allevamento specifica (per fare in modo che la loro ricerca sia paragonabile ad altre effettuate nello stesso campo). Se non sono in grado di ottenere facilmente questi animali, dovranno ripiegare su animali meno appropriati per le loro ricerche, oppure dovranno allevare le proprie colonie, ma ciò prende tempo. “
Fonte: blog pro-vivisezione “Building for the future”, maggio 2012.
“Un macaco rhesus allevato in Germania al DPZ (Deutsche Primate Zentrum) costa più di 5.000 euro ed è sussidiato dai soldi dei contribuenti. Il costo reale è almeno il doppio. Un primate dall’Asia o dall’Africa, invece, costa dai 1.000 ai 2.000 euro, incluso il trasporto.”
Fonte: “Does getting lab animals off planes really help them?”, Der Spiegel Online International, aprile 2012.
“Allevare gli animali negli Stati Uniti risulterebbe problematico: i costi dell’infrastruttura e del lavoro sono molto più elevati che in Asia, e il rischio che gli allevamenti vengano presi di mira dagli attivisti per i diritti animali è molto più alto. E trasportare gli animali via mare non è fattibile a causa degli effetti deleteri del viaggio transpacifico di sei settimane sulla salute degli animali.”
Fonte: “Activists ground primate flights”, rivista Nature, marzo 2012.
“Quando ad essere prese di mira erano solo poche aziende non si era verificato uno stravolgimento della situazione, ma ora stiamo arrivando al punto in cui un numero sufficiente di compagnie sono state intimidite a tal punto da notare un impatto potenziale pesante sulla natura collaborativa della ricerca, che farà rallentare la ricerca.”
Fonte: professore Dominic Wells, Royal Veterinary College, Londra, maggio 2012.
“La comunità scientifica ed i suoi alleati nelle associazioni di pazienti e di promozione della ricerca dovrebbero mettere in piedi una campagna vigorosa e coordinata per far pressione sulle compagnie aeree più importanti. Dovrebbero supportare esplicitamente compagnie come Air France, che continua a trasportare primati per la ricerca. Dovrebbero criticare coloro che si schierano dalla parte degli attivisti per i diritti animali facendo leva sui costi umani che questo comporta.”
Fonte: “Flight risk”, editoriale della rivista Nature, marzo 2012.
“Gli obbiettivi terziari non sono mai tornati… nessuna compagnia di traghetti trasporterà più animali… pochissime compagnie aeree trasporteranno animali… le aziende di logistica negli aeroporti non vorranno più avere a che fare con animali da laboratorio… i laboratori stanno ancora contando i costi di tutto ciò… alcuni aeroporti importanti rifiutano il passaggio di animali da laboratorio.”
Fonte: presentazione di E.Morgan, Impex.
“Sarebbe un peccato se si arrivasse al punto di affermare che il trasporto di animali dovrebbe venire nazionalizzato e gestito dall’esercito. Spero veramente che questo non accada.”
Fonte: David Willets, Ministro della Scienza inglese, marzo 2012.
“Gli attivisti spingono per dei cambiamenti nei macelli…
Le compagnie aeree sono ora sotto tiro!!!
Siamo tutti nella stessa situazione, se oggi non siete presi di mira, domani potrebbe arrivare il vostro giorno! Il problema non se ne andrà!”
Fonte: Ted Wasky, Capo della Sicurezza Globale di Harlan, 2011.